La finanza comportamentale, negli ultimi anni, ha acquisito una rilevante dignità scientifica anche a seguito della teoria dei nudge che ha permesso al premio Nobel Thaler di imporsi nel panorama scientifico mondiale con le sue “spinte gentili”. Il mondo della finanza, notoriamente intriso di aspetti psicologici- emozionale, risulta fortemente caratterizzato e influenzato da bias di varia natura. Già negli anni ‘90, kahneman e Tversky, con la propria teoria sull’effetto framing, avevano acclarato l’irrazionalità dell’investitore, mostrando comportamenti diametralmente opposti al mutamento della “cornice” in cui veniva riposta la domanda. Negli anni più recenti, paura e avidità hanno continuato a segnare lo spartiacque tra i professionisti del settore, spesso sostituiti dagli algoritmi (privi di sentimenti), e gli investitori più retail, meno pronti o forse meno abituati a gestire il peso delle forze emotive.
Il mio intervento, pertanto, mira a fare chiarezza sulle distorsioni cognitive nel mondo degli investimenti in ambito finanziario e a offrire alcuni suggerimenti di debaising utili a investitori e consulenti.